Un’intesa tra gli attori del comparto si è resa necessaria per far fronte alle difficoltà legate all’emergenza da Covid-19, che ha avuto ripercussioni negative anche sulla filiera vitivinicola cuneese, con riduzioni degli ordini e un notevole calo dell’export verso altri Paesi.
A seguito della concertazione con i propri associati, quindi, la Vignaioli Piemontesi e le cantine cooperative del cuneese hanno dato la disponibilità ad accogliere nuovi soci, e a intervenire direttamente per il ritiro delle uve che sarebbero rimaste invendute a causa della crisi dovuta all’emergenza.
Una soluzione resa possibile derogando ai termini di ingresso stabiliti negli Statuti delle cantine disponibili, al fine di evitare disagi e tensioni nel caso il raccolto di qualche viticoltore non trovasse collocazione sul mercato e per dare un sostegno concreto al tessuto sociale in cui operano le cooperative stesse.
«Serviva un segnale di sostegno forte al comparto vinicolo – dicono Giulio Porzio e Davide Viglino, presidente e direttore di Vignaioli Piemontesi – con il nostro appello ai produttori fornitori delle uve, nessuno si è trovato nelle condizioni di dover collocare urgentemente le uve, svendendole. Solo come Vignaioli Piemontesi abbiamo ritirato più di 500 quintali di uva: dolcetto, arneis, ma anche nebbiolo. La 2020 è stata una vendemmia eccezionale non solo dal punto di vista della qualità ma anche dal lato umano ed economico. Attendiamo di conoscere i mercuriali della Camera di Commercio di Cuneo con le rilevazioni ufficiali dei prezzi delle uve».
Intanto, Vignaioli Piemontesi segnala tutte le sue Enoteche e le cantine associate (sono 39 in tutto il Piemonte) che fanno consegne a domicilio di vino in bottiglia e in bag-in-box, in modo che si possa fare acquisti scegliendo responsabilmente la cantina più vicina alla propria abitazione e si possa dare una mano a un comparto che ha sostenuto i viticoltori in momento difficile.