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Il diserbo all’impianto e nei primi anni del vigneto

E’ noto che gli effetti negativi delle infestanti nei confronti della vite sono maggiori nel corso dei primi anni dell’impianto del vigneto. In questa fase le radici delle barbatelle sono deboli e poco sviluppate, inoltre si trovano esclusivamente nello strato più superficiale del suolo, ove l’evaporazione dell’acqua è maggiore, così come è elevata la competizione con le radici di eventuali infestanti.

diserboL’eccessiva presenza di erba o uno stress idrico, anche se di breve durata, possono compromettere seriamente il buon esito dell’impianto, con elevata percentuale di fallanze e perdita di vigore delle barbatelle superstiti, fino al ritardo, di uno o più anni, dell’entrata in piena produzione del vigneto. Per tali motivi è fondamentale avere la massima cura nei confronti delle barbatelle soprattutto nei primi tre anni dell’impianto: il diserbo, sia meccanico (lavorazioni superficiali) sia chimico, risulta indispensabile almeno lungo il filare.
L’eliminazione dell’erba con lavorazioni superficiali è di gran lunga la tecnica più utilizzata nelle nostre zone durante i primi anni dell’impianto; vengono prodotte numerose attrezzature più o meno costose e più o meno efficaci per attuare questa operazione lungo il filare senza danneggiare le barbatelle. In questo articolo ci occuperemo esclusivamente del diserbo chimico, operazione meno costosa rispetto al diserbo meccanico, ma che richiede maggiore professionalità ed attenzione.
Conoscere i prodotti a disposizione, i loro meccanismi biochimici e fisiologici alla base della tossicità nei confronti delle piante, le loro modalità di assorbimento e traslocazione è importante per sfruttare a pieno le potenzialità di queste molecole riducendo al minimo i rischi di danno e insuccesso.
I prodotti per il diserbo del vigneto si dividono in due grandi gruppi:
– erbicidi ad azione preventiva
– erbicidi ad azione fogliare

Gli erbicidi ad azione preventiva, più conosciuti come residuali, vengono irrorati quasi esclusivamente sul terreno nudo. La loro attività si manifesta sia con azione antigerminello (cioè impediscono il germogliamento dei semi delle infestanti) sia per assorbimento radicale; la loro applicazione avviene prima della nascita delle infestanti o nei primi stadi di sviluppo. Una buona gestione dei prodotti residuali consente di semplificare la lotta complementare alle infestanti, riducendo sensibilmente il numero degli interventi successivi, sia meccanici sia chimici. La selettività dei prodotti residuali è di tipo stratigrafico, cioè questi restano a lungo nei primi centimetri di terreno, inattivando le infestanti che hanno radici superficiali, senza danneggiare le viti che hanno radici più in profondità. Occorre quindi valutare bene la dose e l’epoca di utilizzo in relazione alle caratteristiche del terreno (su suoli molto ricchi di sabbia i pericoli di tossicità sulle viti sono più elevati) e alle condizioni climatiche, con riferimento all’andamento della piovosità. Per consentire una buona efficacia di tali prodotti è necessario che il terreno sia umido, ma piogge abbondanti e impreviste possono far migrare l’erbicida negli strati più profondi con rischi per le giovani viti: si tratta di diserbanti da impiegare con elevata professionalità ed attenzione, soprattutto sui nuovi impianti. I principali erbicidi ad azione residuale utilizzabili nei vigneti giovani sono trifluralin, isoxaben, oxifluorfen, propizamide, oxadiazon e simazina. L’efficacia di queste molecole si protrae per diversi mesi dopo l’intervento ma il loro spettro d’azione nei confronti delle infestanti risulta incompleto; per tale motivo vengono spesso utilizzate miscele tra diversi principi attivi. Negli ultimi anni, a causa della maggiore sensibilità alle tematiche ambientali e delle crescenti limitazioni di impiego (tecniche colturali eco-compatibili e non solo), il loro utilizzo è andato progressivamente diminuendo.

Gli erbicidi ad azione fogliare vengono irrorati sulle infestanti già sviluppate; in base alle modalità di assorbimento si suddividono in prodotti di contatto e sistemici. Gli erbicidi fogliari a prevalente azione di contatto sono rappresentati da paraquat,diquat, glufosinate ammonio, mentre tra quelli sistemici vi sono glifosate ed i graminicidi specifici fluazifop-p-butile e ciclossidim; poiché solo questi ultimi risultano selettivi nei confronti della vite, per tutti gli altri erbicidi ad azione fogliare si deve evitare il contatto con le parti verdi della coltura che, in caso contrario, può subire gravi danni. Al contrario degli erbicidi residuali, quelli ad azione fogliare agiscono piuttosto rapidamente sulle infestanti presenti (da poche ore ad alcuni giorni a seconda del prodotto e delle infestanti) ma non assicurano alcun controllo sulle infestanti che si sviluppano successivamente al trattamento.

Erbicidi ad azione residuale:
Trifluralin. Agisce verso numerose infestanti annuali tra cui le graminacee più sensibili e alcune dicotiledoni, ma è poco efficace su crucifere, composite e solanacee; per ovviare a tale carenza può essere miscelato con oxifluorfen. Grazie alla sua selettività nei confronti della vite viene spesso utilizzato nei nuovi impianti. È un prodotto fotolabile pertanto se applicato a fine inverno-primavera si deve effettuare un leggero interramento mediante lavorazione superficiale o irrigazione; per interventi autunno-invernali tale operazione può essere evitata.
Isoxaben. Ha un’azione antigerminello su quasi tutte le dicotiledoni annuali, si può ovviare alla mancata azione sulle graminacee miscelandolo con ridotte quantità di simazina, trifluralin o propizamide. È dotato di scarsa solubilità in acqua ed elevata persistenza. Si impiega con buoni risultati nel diserbo preventivo nei mesi autunno-invernali, esclusivamente nei vigneti non in produzione. Per il suo meccanismo d’azione necessita di terreno privo di copertura vegetale che possa impedire il contatto tra prodotto e suolo. Il suo impiego, esclusivamente sui nuovi impianti, è ammesso dalle Norme Tecniche per l’agricoltura eco-compatibile (regolamento CE 1257/99, misura F1).
Oxifluorfen. Ha prevalente azione antigerminello ma viene assorbito anche per via fogliare, si deve prestare attenzione al posizionamento dell’intervento poiché può provocare danni alle colture anche solo per azione del vapore: il suo impiego deve essere anticipato ad almeno 20-30 giorni prima della ripresa vegetativa. Ha uno spettro d’azione abbastanza ampio, tuttavia viene talvolta miscelato con piccole dosi di simazina che ne completano l’azione contro alcune graminacee. Le Norme Tecniche per l’agricoltura eco-compatibile ne prevedono la possibilità di impiego su vite a dose ridotta (0,3-0,5 l/ha per intervento, utilizzando formulati al 22,9%) ed in miscela con glifosate.
Propizamide. È caratterizzata da elevata persistenza, è assorbita dalle radici esercitando anche un’azione antigerminello. Attiva su molte graminacee e su diverse dicotiledoni, da buoni risultati se usata a fine inverno, anche su terreni molto infestati da graminacee.
– Oxadiazon. Ha lunga persistenza d’azione, viene assorbito dal germinello ed è attivo contro molte dicotiledoni. Si utilizza prevalentemente per trattamenti autunno-invernali su terreni non ricoperti da folta vegetazione; occorre evitare il contatto con le parti di vite non ben lignificate.
– Simazina. Agisce per assorbimento radicale e come antigerminello; è efficace sulle infestanti annuali più rappresentate sia graminacee che dicotiledoni. Per simazina e oxadiazon saranno prossimamente introdotte restrizioni all’uso a causa della loro elevata persistenza nel terreno.

Erbicidi ad assorbimento fogliare:
Paraquat e Diquat. Agiscono per contatto, devitalizzando rapidamente la maggior parte delle infestanti annuali, mentre sulle infestanti perenni producono un temporaneo disseccamento della parte aerea. L’impiego di solo paraquat e consigliato in prevalenza di graminacee mentre per una flora mista è opportuna la miscela con diquat. Vanno utilizzati con grande cautela in quanto molto tossici.
Glufosinate-ammonio. È una molecola a basso impatto ambientale di struttura aminoacidica presente in natura. Ha un’azione prevalentemente per contatto che si manifesta nel giro di pochi giorni dall’impiego e non viene assorbito dai tessuti lignificati conferendogli un’ottima azione spollonante. Risulta attivo su equiseto, un’infestante che può prendere il sopravvento in vigneti ripetutamente diserbati con glifosate. Il suo impiego è consentito dalle Norme Tecniche per l’agricoltura eco-compatibile.
Glifosate (Roundup e altri). Si tratta di una molecola simile alla precedente, che nel terreno si degrada velocemente senza lasciare residui. Al contrario del glufosinate ammonio possiede elevata attività sistemica, quindi risulta attivo verso la generalità delle infestanti graminacee e dicotiledoni annuali e perenni, anche se a dosi diverse in base alle specie, bloccandone la sintesi proteica. E’, tra l’altro, praticamente l’unico principio attivo utilizzabile con efficacia nel vigneto contro la gramigna. Esplica azione erbicida nel giro di 5-15 giorni in funzione dell’andamento climatico. Può essere impiegato quando i fusti sono ben lignificati: fin dal primo anno è però possibile impiegarlo utilizzando attrezzature schermate che proteggano le barbatelle. Sulla vite adulta l’eventuale bagnatura accidentale su foglie provoca danni alle stesse, ma solo dopo la fioritura si esplica un’azione sistemica, quindi con traslocazione nelle radici e possibili danni alla pianta. Per la distribuzione del glifosate a basso e bassissimo volume sono state messe a punto numerose attrezzature, tra cui anche barrette brandeggiabili e schermate, con ugello centrifugo attivato da una pila, che distribuiscono il prodotto puro a bassissimo volume: è la soluzione ottimale per colpire cespi localizzati di gramigna e altre infestanti presenti a chiazze. L’utilizzo del glifosate è consentito dalle Norme Tecniche per l’agricoltura eco-compatibile.
Fluazifop-p-butile, ciclossidim. Si tratta di molecole ad azione specifica contro le graminacee. Grazie alla loro elevata selettività nei confronti della vite possono essere impiegati per trattamenti primaverili ed estivi soprattutto contro graminacee perenni difficilmente eliminabili con altri mezzi.
Come si può osservare al termine di questa breve rassegna sugli erbicidi, solo un ristretto numero di molecole, le meno tossiche e di minore persistenza nel terreno, sono utilizzabili nei programmi di agricoltura eco-compatibile (reg. CE 1257/99, mis. F1): l’integrazione al reddito, prevista per l’agricoltore che adotta tecniche a minore impatto ambientale, giustifica l’esclusione delle molecole più pericolose, sia per l’operatore che per l’ambiente.
Presentiamo di seguito uno schema degli interventi di diserbo ai nuovi impianti, utilizzando i principi attivi consentiti dalle Norme tecniche ai sensi del reg. CE 1257/99, misura F1.

Presentiamo di seguito uno schema degli interventi di diserbo ai nuovi impianti, utilizzando i principi attivi consentiti dalle Norme tecniche ai sensi del reg. CE 1257/99, misura F1.

EPOCA: OPERAZIONE
1) In estate-autunno prima dell’impianto: Preparazione del terreno: scasso, drenaggio, aratura, erpicatura, livellamento, ecc.
2) Poco prima dell’impianto: Eventuale utilizzo di glifosate in caso di crescita di infestanti prima della messa a dimora delle barbatelle, se trascorre troppo tempo tra affinamento del terreno ed impianto.
3) In autunno oppure fine inverno-inizio primavera: Messa a dimora delle barbatelle, a mano oppure a macchina
4) Dopo l’impianto, in previsione di piogge: Impiego di isoxaben al 45,5% (Gallery) lungo la fila, su terreno privo di infestanti alla dose di 0,75-1,25/ha; in caso di assenza di precipitazioni il diserbo deve essere attivato da una leggera irrigazione.
5) Nell’estate del 1° anno di impianto: Esaurita l’azione dell’isoxaben si può intervenire con una fresatura vicino alla fila ed una rifinitura con zappatura manuale attorno alle barbatelle oppure con glufosinate ammonio (4-8 l/ha), utilizzando ugelli a ventaglio ed opportune schermature per non bagnare le viti (intervento meno costoso ma estremamente delicato).
6) In inverno, prima del 2° germogliamento: Utilizzo della miscela glifosate + oxifluorfen alle dosi/ettaro di 1,5-2 l + 0,3-0,5 l, considerando formulati al 30,4% di glifosate e 22,9% di oxifluorfen. Tale miscela è preferibile all’impiego del solo glifosate in quanto risulta più prolungata l’azione nei confronti delle infestanti
7) In primavera-estate dal 2° anno in poi: Valgono le indicazioni date al punto 5, con la differenza che la vite, se ben sviluppata il 1° anno, dovrebbe avere una vegetazione separata da quella delle infestanti, rendendo più agevole l’intervento chimico.

Nota: se all’impianto si prevede l’impiego di shelter (tubi in materiale plastico che facilitano la ripresa vegetativa e proteggono le barbatelle), le operazioni di diserbo nei primi anni dell’impianto risultano enormemente facilitate.

Daniele Dellavalle, Simona Piano

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