Oggi esiste anche una terza opzione: l’inerbimento controllato del sottofila alternato al diserbo. Ne tratteremo in un prossimo articolo.
Richiamiamo qui alcuni semplici concetti:
Il glifosate è un erbicida sistemico, e non ha alcuna efficacia contro la vegetazione che nasce dopo il trattamento. Quindi è del tutto inutile diserbare su terreno nudo o con vegetazione a macchie rade, come avviene se, ad esempio, si è lavorato il sottofila verso fine estate. In tal caso è meglio rimandare a primavera, eventualmente aggiungendo un “residuale” a basso dosaggio (Oxyfluorfen a dosi ridotte è l’unico consentito per le aziende in programma agroambietale).
Limiti di temperatura: i nuovi formulati (in particolare Roundup Plus) sono efficaci, anche se di effetto lento, anche a temperature molto basse. Quindi l’unica limitazione è di tipo pratico, nel senso che è problematico diserbare con il gelo, sia perché c’è brina sulle foglie, sia perché si rischia l’otturazione degli ugelli causa ghiaccio, ma non ci sono problemi per l’efficacia del trattamento.
Tossicità verso la vite: su viti adulte il glifosate si può considerare praticamente innocuo in tutto il periodo in cui la pianta non ha foglie. Tuttavia dopo una caduta di foglie improvvisa, dovuta ad esempio a vento o pioggia battente, è prudente aspettare 7-10 giorni prima di trattare senza schermatura, per consentire la cicatrizzazione del tessuto di connessione tra ramo e picciolo. Piuttosto è meglio trattare prima: foglie completamente brune e cadenti non assorbono più. Qualcuno fa una rapida spollonatura dei getti fogliosi ancora presenti dopo vendemmia per poter diserbare senza rischi già in ottobre: è una buona soluzione ma è prudente usare barre schermate. Solo per memoria ricordiamo, sempre a riguardo della tossicità del glifosate, che nelle prime fasi vegetative, fino alla mignolatura, è tossico ma non sistemico, può “bruciare” o meglio deformare le foglie colpite ma non viene traslocato nelle radici, quindi è relativamente poco pericoloso. Massima prudenza invece dalla pre-chiusura fino ad un mese dopo la vendemmia: in questo periodo l’assorbimento attraverso le foglie può essere molto pericoloso, ed anche letale su viti giovani.
Calcolo del dosaggio, un esempio pratico
Tentare di “azzeccare” il dosaggio giusto per tentativi vuol dire perdere un sacco di tempo e quasi sempre dare una dose sbagliata, almeno su buona parte della superficie, prima di aver trovato la taratura giusta. Proponiamo quindi un metodo di calcolo abbastanza semplice per effettuare una prova “in bianco”, cioè con acqua. Si può adoperare un personal computer ricopiando impostazione e formule su un foglio elettronico excel, oppure usare semplicemente una calcolatrice, o ancora fare i calcoli a mano. I colleghi e i viticoltori più confidenti con l’elettronica usano un PC palmare. Se nessuna di queste opzioni vi convince, potete sempre rivolgervi alla Vignaioli Piemontesi, che dispone di un’ottima rete di tecnici.
Quello che serve è un cronometro e una bottiglia in plastica, un sacchetto o altro contenitore che si possa applicare sopra l’ugello per catturare tutta l’acqua erogata in un determinato intervallo di tempo. Per prima cosa si controlla che tutti gli ugelli abbiano la stessa portata. Se così non è si cambiano quelli usurati.
Poi si procede come segue:
1. Si misura la portata di un ugello, cioè l’acqua erogata, a trattore fermo, motore al numero di giri di lavoro, per 1 minuto
2. Si percorre con il trattore una tratta di lunghezza nota, ad esempio un filare, alla velocità di lavoro prevista per il trattamento, e si cronometra il tempo impiegato a percorrerla, per il calcolo della velocità effettiva, che è minore di quella segnata dal tachimetro (ove esiste) perché c’è l’effetto slittamento. Si misura anche la larghezza sul suolo della fascia irrorata (questo è meglio farlo su piazzale perché si vede meglio).
3. A questo punto si inseriscono gli altri dati richiesti dal modello: larghezza della fascia trattata, numero ugelli per lato (uno, nell’esempio e nella maggior parte dei casi), distanza tra i filari, dosaggio prodotto in kg/ha (calcolato come se si irrorasse tutta la superficie e non solo il sottofila), capacità del serbatoio.
Ora si dispone di tutti i dati che servono per il calcolo, basta applicare le formule. Il computer lo farà da solo, in una frazione di secondo. I numeri in nero sono quelli digitati, quelli in rosso vengono calcolati dal PC applicando le formule riportate nella terza colonna.