L’epidemia di Flavescenza dorata ha fatto registrare nel 2005 un vertiginoso aumento dei sintomi, praticamente in tutte le aree vitate della nostra regione. Tale fenomeno è stato indifferentemente osservato sia in comuni in precedenza non indicati tra quelli “focolaio” (quindi ove non c’era l’obbligo di trattamenti contro l’insetto vettore), sia in comuni ove il livello di diffusione della malattia era molto basso (dove è obbligatorio almeno un trattamento contro l’insetto vettore), sia in comuni ove la malattia era più diffusa (dove esisteva ed esiste l’obbligo di due trattamenti insetticidi), sia nei vigneti di produttori che, particolarmente preoccupati per il futuro della propria azienda, da anni effettuano 3 o più trattamenti insetticidi per anno. Da questa semplice osservazione appare evidente che le cause dell’espansione dell’epidemia di Flavescenza dorata vadano ricercate ed esaminate con grande attenzione e serietà da parte di tutti, ma che non si può ricondurre il tutto all’effettuazione di uno anziché di due o più trattamenti insetticidi.
E’ indubbio che abbattere la popolazione dell’insetto vettore Scaphoideus titanus sia una delle armi principali per combattere la malattia (naturalmente assieme all’estirpo delle piante di vite malate) ma non bisogna dimenticare che per fare questo è necessario trattare nel momento in cui si riscontra la presenza dell’insetto stesso, non trattare in modo indiscriminato e neppure seguire pedissequamente le indicazioni fornite dal Settore Fitosanitario Regionale, che, per quanto valide ed affidabili, servono da orientamento generale ma, evidentemente, non possono tener conto delle situazioni locali, che invece vanno vagliate con attenzione e competenza dai tecnici di vigneto.
Da qui l’importanza di monitorare nel modo più capillare possibile sul territorio di propria competenza la presenza della malattia e dell’insetto vettore e, dopo un opportuno consulto con gli organismi di ricerca e di coordinamento regionale, agire di conseguenza, fornendo ai viticoltori le indicazioni più opportune per combattere questa gravissima malattia. Posizionare il secondo trattamento insetticida nella prima metà di luglio, nelle zone ove non si rilevava la presenza di alcun individuo di Scaphoideus titanus corrispondeva a sparare in aria raffiche di mitra esaurendo così le munizioni prima dell’arrivo del “nemico”. Più opportuno ci è sembrato consigliare di posticipare di qualche giorno il trattamento, come ad esempio è avvenuto in limitate e ben definite zone dell’acquese; in questo caso il consiglio di trattare è stato dato tra fine luglio ed inizio agosto, nel momento in cui, grazie ai rilievi sulle viti e sulle trappole opportunamente posizionate in vigneto, è stata osservata la presenza, per altro estremamente sporadica, dell’insetto vettore.
Sparare a zero su “alcuni tecnici delle Cantine Cooperative” che, come si è letto sulla Stampa di qualche settimana fa, “hanno dato in passato indicazioni di un solo trattamento insetticida” è deontologicamente scorretto perché vengono riportate informazioni parziali, non si analizza il problema dal punto di vista tecnico e si fa del qualunquismo, approfittando della rabbia e frustrazione dei viticoltori, per altro legittima e giustificata, di fronte ad un grave problema che nessuno – e sottolineo nessuno – dei tecnici chiamati in causa, sottovaluta, né ora né in passato. C’è piuttosto il sospetto che dietro questi attacchi poco eleganti ci sia la volontà di screditare il servizio tecnico fornito dalle cooperative che, con la sua competenza e la capillare presenza sul territorio, dà fastidio a qualcuno, ma certo va a beneficio degli agricoltori.
Sulla Flavescenza Dorata è ora di smetterla con i comizi, e lavorare in un’unica direzione, favorendo la circolazione di informazioni vere e non finte, il dialogo aperto e costruttivo tra tutti i soggetti, viticoltori, istituzioni pubbliche, politici, tecnici, ricercatori, in modo da arrivare se non a sconfiggere definitivamente il problema, almeno ad arginarlo, per garantire un futuro alla nostra viticoltura.
Daniele Dellavalle – Responsabile viticolo Vignaioli Piemontesi