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Nasce l’Accademia della Vigna in Langa

Da molto tempo la viticoltura piemontese (e non solo piemontese, e non solo la viticoltura) riflette sulla carenza di manodopera “nazionale” disposta a ricalcare le orme delle generazioni che oggi cominciano ad avere i capelli grigi o bianchi.

La Langa è una terra che ha posto al centro della sua cultura il lavoro duro e ha trasformato “la Malora” (titolo del romanzo di Beppe Fenoglio) in ricchezza: una terra dove oggi uomini provenienti da altre culture e altri paesi hanno trovato spazio come manodopera generica, ma è cresciuta intanto l’esigenza di specializzazione di questa forza lavoro, per renderla in grado di padroneggiare tutte le fasi del processo produttivo, fino e oltre la raccolta di uve di alto pregio.

Oggi, il territorio delle Langhe si presenta come laboratorio di inclusione attraverso il lavoro: lo fa da molto tempo, con risultati a volte buoni a volte meno. Lo fa generando crescita, reddito e libertà perché, come dice l”accademico della vigna” Ousmane Sidibe “senza il lavoro non c’è libertà”.

L’iniziativa, coordinata da Weco Impresa Sociale e promossa con il Consorzio di Tutela Barolo, è attiva da settembre 2022 grazie alla collaborazione con diversi enti del territorio (imprese, istituzioni, enti del terzo settore, scuole, sindacati, cittadini). Rappresenta la prima academy ad impatto sociale sulla viticoltura: un sistema che facilita il reperimento di nuovi operai formati sulla conduzione del vigneto, inserendoli in un percorso che alterna la formazione con il lavoro in vigna.

 Leggete l’articolo intero di Maurizio Pagliassotti su Millevigne 

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