Soldi che sono serviti a finanziare la pratica della distillazione eliminando oltre 45 mila ettolitri di vino doc, eccedenze che si sono create in seguito alla diffusione del coronavirus e al blocco delle frontiere. Basti pensare che il valore dell’export del vino piemontese si attesta attorno al 1 miliardo di euro per capire il grave danno che colpisce il settore.
«Dobbiamo dire grazie all’Assessore all’Agricoltura Marco Protopapa – dicono Giulio Porzio e Davide Viglino, presidente e direttore di Vignaioli Piemontesi – A livello nazionale, il Governo ha accettato la distillazione solo i vini da tavola, escludendo di fatto il Piemonte. La Regione ha messo a disposizione i suoi fondi per attivare questa misura indispensabile. È stata una boccata d’ossigeno per tutta la viticoltura con una riduzione delle giacenze in cantina, il vino ritirato dalle distillerie a prezzi che si avvicinano ai prezzi di mercato. Questo ha permesso di far rimanere stabili i prezzi dei vini e ha evitato speculazioni di mercato». Aggiungono: «Non siamo fuori dall’emergenza: la situazione sta di nuovo drammaticamente peggiorando ed è necessario continuare a confrontarsi con le istituzioni e pensare già a delle iniziative da mettere in campo nel 2021 per rilanciare il settore».
Porzio e Viglino concludono: «Ci auguriamo che anche a livello nazionale il Piemonte sia considerato come le altre regioni italiane e vengano prese in considerazione anche altre richieste fatte tra cui un contributo per aumentare lo stoccaggio delle cantine con la possibilità di acquisto di serbatoi in acciaio, vasche e botti, e un contributo sui costi di fermo e gestione del vino in cantina».