Oltre 150 persone tra autorità e imprenditori del settore hanno partecipato al convegno “La vitivinicoltura del futuro” organizzato nella nostra sede di Vignaioli Piemontesi a Castagnito, insieme alla società di servizi Sevinovà. L’incontro, moderato dal giornalista Maurizio Gily, è stato particolarmente importante perché ha permesso di presentare il Testo Unico della Vite e del Vino tre giorni dopo la sua approvazione definitiva da parte della Camera dei deputati, avvenuta lo scorso lunedì 28 novembre. Il provvedimento raccoglie in un’unica Legge le numerose norme riguardanti la coltivazione della vite e la produzione, l’imbottigliamento e la commercializzazione dei vini: il tutto, in precedenza, regolamentato da dieci testi. Diminuendo, in questo modo, la burocrazia e semplificando notevolmente l’attività degli operatori, costretti, fino a ora, a dover rispettare un numero insostenibile di obblighi.
Dopo i saluti del sindaco di Castagnito, Felice Isnardi (“E’ una legge che guarda al futuro e ai giovani. Questa volta la politica ha fatto un buon servizio”), e del presidente Vignaioli, Giulio Porzio (“Ci auguriamo che il provvedimento diventi operativo in tempi ragionevoli”), il vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, l’onorevole Massimo Fiorio di Asti, ha raccontato l’iter parlamentare del Testo durato oltre due anni. Aggiungendo: “I viticoltori del Piemonte si sono guadagnati una reputazione per quanto producono. Ora, attraverso la legge, questa reputazione viene riconosciuta a livello istituzionale”.
Gianluigi Biestro, direttore della Vignaioli e componente del Comitato Vitivinicolo Nazionale, ha spiegato gli articoli del provvedimento ritenuti di maggior peso e ha aggiunto: “Siamo soddisfatti. Adesso per poter utilizzare tutte le novità positive contenute nella legge aspettiamo i decreti applicativi che dovranno essere adottati entro un anno”.
Oreste Gerini, direttore generale dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, dopo aver illustrato gli interventi effettuati dall’organismo ministeriale, si è soffermato sulla questione controlli. “Con la nuova legge verranno svolti da un solo organismo per azienda: un aspetto che solleva di non poco la vita degli imprenditori vitivinicoli”.
Le conclusioni le ha tratte il viceministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero, che ha seguito con molto impegno l’iter parlamentare del provvedimento. “Quelle del Testo Unico – ha affermato rivolto agli imprenditori presenti in Sala – non sono norme che vi cadono sulla testa dall’alto, ma sono figlie della collaborazione tra le Istituzioni e l’intero settore per poter lavorare bene. La Legge contiene tutto il mondo della vite e del vino: una novità assoluta a livello europeo. Inoltre, pur mantenendo alta l’asticella dei controlli, abbiamo voluto passare da una logica sanzionatoria a una logica di autocontrollo degli imprenditori e di un loro accompagnamento nell’attività. Con l’obiettivo di far crescere ancora un comparto che vuole sempre di più rappresentare le nostre eccellenze. Il provvedimento è la dimostrazione che se si lavora uniti è possibile cambiare l’Italia e attuare le semplificazioni di cui il Paese ha bisogno”.
Le novità della legge
Il Testo, frutto del dialogo tra il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, la Commissione Parlamentare e le organizzazioni di categoria del comparto, è costituito di 92 articoli, suddivisi in otto grandi capitoli: le “definizioni” del settore; la produzione viticola; la produzione dei mosti e dei vini; la produzione dei vini a denominazione di origine controllata; la produzione degli aceti; l’etichettatura; la commercializzazione; i controlli e le sanzioni. Tra le novità più importanti per snellire gli adempimenti c’è l’istituzione, al dicastero delle Politiche Agricole, di una innovativa rete informatica di gestione dello Schedario vitivinicolo. Inoltre, il nuovo impianto normativo garantisce la qualità e l’identità del vino italiano, riconoscendo anche il valore culturale, paesaggistico e ambientale dei territori nei quali viene prodotto. Un Testo che tiene in considerazione tanto le grandi quanto le piccole cantine, per ridurre carte inutili, ma, al contempo, per assicurare i controlli indispensabili a garantire il mantenimento della qualità.