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Testo Unico della vite e del vino: approvato dalla Camera

Via libera al Testo Unico della vite e del vino.  E’ stato approvato all’unanimità dalla Camera: ora passa al Senato. Il provvedimento ha l’obiettivo di raccogliere in un solo documento, e in alcuni casi modificare, le numerose norme riguardanti la materia (coltivazione della vite, produzione, imbottigliamento e commercializzazione dei vini), diminuendo la burocrazia e semplificando l’attività degli operatori. Il Testo, frutto del dialogo tra il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, la Commissione Parlamentare e le organizzazioni di categoria del comparto, è costituito di 90 articoli, suddivisi in otto grandi capitoli: le “definizioni” del settore; la produzione viticola; la produzione dei mosti e dei vini; la produzione dei vini a denominazione di origine controllata; la produzione degli aceti; l’etichettatura e la commercializzazione; i controlli e le sanzioni. Tra le novità più importanti per snellire gli adempimenti c’è l’istituzione al dicastero delle Politiche Agricole,  di una innovativa rete informatica di gestione dello Schedario vitivinicolo. Inoltre, il nuovo impianto normativo garantisce la qualità e l’identità del vino italiano, riconoscendo anche il valore culturale, paesaggistico e ambientale dei territori nei quali viene prodotto. Un testo che tiene in considerazione tanto le grandi quanto le piccole cantine per ridurre carte inutili e assicurare quei controlli indispensabili per garantire il mantenimento della qualità. Chi vuole avere più informazioni, può contattare il nostro settore legislativolex@vignaioli.it

A seguire con molto impegno l’iter parlamentare delle nuove norme, il viceministro cuneese delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Andrea Olivero: “La necessità di semplificazione burocratica e amministrativa  è uno dei motivi per i quali è nato questo Governo e, di conseguenza, tutte le disposizioni di legge che vanno in questa direzione sono positive. Il Testo Unico può dare ulteriore slancio a un comparto che, con i suoi numeri consistenti, già traina il Made in Italy agroalimentare. Oggi non si vende un vino, ma l’emozione di un prodotto legato a ciò che evoca: quindi la grandezza di un territorio”. 

 

 

 

 

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