Quattro le new entry, di cui due tra i viticoltori e produttori di vino: Marina Cvetic, che in Abruzzo guida la storica cantina Masciarelli, e Giuseppe Fugatti, titolare dell’azienda agricola Roeno in Valdadige (Veneto). La Federazione del commercio si arricchisce, invece, dell’esperienza di Michele Bernetti, alla guida del brand marchigiano Umani Ronchi. Nuovo ingresso nella Federazione degli aceti è Maria Bellei, esponente dell’omonima famiglia emiliano romagnola che a Casoni di Ravarino, in provincia di Modena, produce aceto balsamico dall’Ottocento.
In una congiuntura delicata per il comparto e in un contesto economico-politico complesso per l’Italia e per l’Unione Europea, la scelta del consiglio di voler operare in una logica di continuità è espressione della bontà del lavoro svolto nell’ultimo periodo, che ha posto fondamenta concrete per i lavori previsti nel triennio 2019-2022. Molti sono infatti i fronti aperti.
A livello internazionale si va dalla Pac post 2020, il cui budget è legato quello del vino, agli accordi internazionali come il trattato UE-Mercosur appena siglato per il quale si stanno attendendo i dettagli dei risultati del settore vino. Altrettanto articolato il fronte interno. Centrali saranno le proposte di modifica del Testo unico della vite e del vino (legge 238), la revisione del numero delle denominazioni e lo sviluppo dell’enoturismo, con lo studio di strategie complessive da adottare per dare alle imprese una concreta opportunità di crescita. Inoltre, in chiave promozionale, l’Associazione proseguirà il lavoro del ‘tavolo tecnico’ istituito con Agenzia Ice per migliorare le attività a sostegno del vino italiano nei mercati a più alto valore aggiunto, su quelli in via di sviluppo e nella stessa Europa, per potenziare il posizionamento delle produzioni del made in Italy.
“Le sfide del futuro non sono però solo negli scaffali o tra le righe dei regolamenti comunitari – sottolinea il presidente Ernesto Abbona – ma si chiamano sostenibilità ambientale e cambiamento climatico. Per questo siamo pronti a dare il nostro contributo esperto al percorso iniziato dal Mipaaft sull’armonizzazione di una definizione italiana di vino sostenibile, che deve essere supportata da un sistema credibile di certificazione e di controlli ed estesa a livello europeo. Infine continueremo le battaglie per la difesa dell’immagine e della cultura del vino e, assieme al Ceev-Comité Vins, lavoreremo alla nuova fase di Wine in Moderation*, che a breve sarà rilanciata. Il triennio che ci aspetta – conclude – sarà certamente impegnativo, ma so di poter contare su un consiglio capace di fare squadra in ogni situazione, confermando Unione Italiana Vini quale principale riferimento istituzionale per il mondo vitivinicolo a livello nazionale”.