Secondo le indicazioni avanzate dal Consorzio di Tutela sentita la filiera e recepite dalla Regione Piemonte che le ha inserite in una propria determina diffusa in questi giorni, sarà possibile, per i proprietari di vigneti e produttori di uve che siano anche imbottigliatori e produttori di vino, rivendicare lo sblocco di prodotto sia a docg sia a doc, a seconda delle proprie esigenze, con la possibilità di arrivare fino alla produzione piena prevista dal disciplinare (80 quintali/ettaro per il docg e 96 per il doc) una volta che abbiamo dimostrato di aver venduto tutto il proprio prodotto imbottigliato.
Da un punto di vista strettamente tecnico gli esperti parlano di uve brachetto ancora in via di maturazione che, tuttavia, denotano già ottime caratteristiche.
Per Guido Bezzo, responsabile del laboratorio d’analisi di Isola d’Asti che opera anche per il brachetto: «Le uve hanno una buona acidità con valori che sono in media con le aspettative insieme a livelli di zuccheri nella norma per il periodo».Per quanto riguarda il colore: «Ci sono ancora margini di completamento con situazioni di invaiatura (è il cambiamento di colore degli acini) ancora da completare».
Per l’agronomo Daniele Eberle, «c’è da distinguere tra maturità e maturazione delle uve. Il primo termine si riferisce allo stato delle uve, che, per quanto riguarda il brachetto, è nella norma, il secondo al percorso che fanno per arrivare alla vendemmia. Per quanto riguarda l’uva brachetto, destinata a diventare un vino rosso e aromatico, la produzione è buona con previsioni di qualità e sanità dei grappoli che non sono stati compromessi dagli eventi atmosferici».
La raccolta 2020, a seconda delle zone di produzione, si può prevedere tra la fine di agosto e la prima settimana di settembre.
«Tenendo presente – avvertono Bezzo e Eberle – che ogni area di produzione ha caratteristiche tipiche che determinano il giusto periodo di raccolta delle uve da cui, in ultima analisi, dipende la gran parte della qualità dei vini».